Si era nel 500, il secolo in cui si verificò la sventurata divisione tra cattolici e protestanti ma che vide il verificarsi di tante manifestazioni e apparizioni di Maria.

Correva l’anno 1512, il 2 luglio, giorno in cui si ricordava la visitazione della cugina Elisabetta alla Beata Vergine, erano già suonate le quattro del pomeriggio al campanile della chiesa parrocchiale e una fanciulla di quattordici anni, Pierina Carobbio residente alla contrada Scullera in Oneta, afflitta da una malattia agli occhi che la faceva molto soffrire, si trovava nel luogo chiamato Frasen che pascolava il suo gregge. La tradizione racconta del sanguinare dell’immagine della Madonna dipinta sulla parete di un’edicola (ancora le fondamenta sono visibili) posta accanto a una piccola cappella dedicata alla visitazione. La ragazza con un panno di lino raccolse le lacrime di sangue che vi rimasero impresse e applicandole agli occhi guarì all’istante. Ancora si racconta della manifestazione di Maria che apparendo in una luce la invitava a non temere per le tribolazioni e di informare i compaesani per erigere una chiesa dedicata alla Visitazione come luogo di preghiera e di grazia.

La notizia dell’evento prodigioso si diffuse per la valle e in breve tempo nacque una viva devozione mariana. Nel corso dei secoli fu costruita una cappella più volte ampliata con adiacente la casa del romito. Il panno di lino originale, fu custodito almeno sino alla visita del Borromeo in una teca all’ingresso della chiesa come da testimonianza dei verbali e successivamente smarrito in circostanze mai precisate. Oggi il santuario accoglie pellegrini durante tutto l’anno in particolare nel periodo estivo. Nel santuario è possibile rileggere l’evento miracoloso attraverso il gruppo statuario che ripresenta la Madonna con la veggente Pierina inginocchiata con pecorelle accanto, realizzato nel 1964 dall’impresa Deuseti di Ortisei che sostituì il precedente gruppo ormai corroso dal tempo.